Descrizione
Antonio Dell’Aquila, che è napoletano di lignaggio, nei tredici racconti che compongono il libro, la napoletanità, che è sostanza di vita ma anche forma di narrazione, la colora di parole. Con lo stile inconfondibile di chi sa tingere i momenti, – tutti i momenti, quelli canzonati e sardonici, quelli salaci e irriverenti, e anche quelli più dolorosi e meno spassosi – l’autore pare portare sul proscenio lo spettacolo di un’eternità. Che ci appartiene per diritto di interpretazione.
Parete, Anamanera, Mimino e Retella al pari della guerra, dei tedeschi, delle razzie, dei camion disumani, stanno lì a indicarci che non tutto è perduto, in questo Paese “privo di fiammiferi e di pietre focaie”. Basta saper voltare pagina ogni volta che il foglio finisce. Proprio come in questo libro, dove l’incantesimo della commedia, scritta, letta, parlata e recitata… concede inizi sempre nuovi.