Descrizione
La differenza principale tra la cultura greca antica e la nostra, per quanto attiene all’omosessualità, sta nel fatto che i Greci ritenevano del tutto naturale la coesistenza e l’alternanza, nella stessa persona, di pulsioni omosessuali ed eterosessuali: l’omosessualità, dunque, non poneva, agli interessati come alla società, alcun tipo di difficoltà. Per i Greci dunque, salvo eccezioni, quella di avere rapporti sessuali con persone del proprio sesso non era una scelta di tipo esclusivo, né tantomeno una scelta sentita come deviante, al di fuori della norma. L’esperienza omosessuale era considerata parte dell’esperienza di vita di un individuo, l’espressione «di una pulsione vuoi sentimentale vuoi sessuale che nell’arco dell’esistenza si alternava e si affiancava (talvolta nello stesso momento) all’amore per una donna».
Raffaella Anna Aruta, nata a Napoli nel 1982, vive a Varese. È docente di Lettere. Dopo la laurea in Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali, consegue la laurea Magistrale in Archeologia e Scienze dell’Antichità e del Medioevo. Coltiva diversi interessi, tra cui lo studio della Lingua dei Segni Italiana (LIS), per la quale si dota di un attestato di III livello, e la Ricerca archeologica, che la porta a svolgere attività di scavo presso il complesso monumentale archeologico di Pompei e di Cuma e presso diversi siti paleontologici di Midelt (Marocco). Ricopre incarichi nei progetti PON di Italiano, avviati da diverse scuole della provincia di Napoli.